Mi rendo conto che non è il momento migliore per utilizzare il termine "conflitto" visto quanto avviene ogni giorno e da mesi o anni non solo a Gaza e in Ucraina ma in decine di paesi del mondo stravolti da spargimenti di sangue, guerre civili, lotte di potere, violenza contro le donne, discriminazioni contro i deboli, i migranti e le minoranze.
Ovviamente non è a quel genere di conflitto che mi riferisco, bensì al conflitto sociale che va riscoperto. Al conflitto inteso come modalità di confronto quando si rappresentano interessi contrapposti: in politica e in ogni forma di rappresentanza come nell'attività sindacale.
Perché, dunque, questo blog e perché adesso?
Perché per conflitto intendo una modalità di lotta che la cosiddetta "parte debole" del "contratto sociale" e del contratto di lavoro deve saper riscoprire e alla quale deve saper ricorrere.
Il Lavoro soccombe da decenni al Capitale e questo avviene nel campo della rappresentanza politica, dove anche la cosiddetta sinistra si è, suo malgrado, convertita da tempo ai canoni del neoliberismo; e in quello della rappresentanza sindacale, dove la concertazione ha fatto il suo tempo e un atteggiamento troppo rinunciatario non è in grado di contenere i progressivi arretramenti sul piano economico e dei diritti che chi lavora subisce da tempo.
Le classi sociali esistono e non è vero che sono sparite. E se una classe trasversale esiste è quella degli sfruttati che deve contrapporsi a quella degli sfruttatori.
È necessario sviluppare un dibattito sui temi del lavoro, sul ruolo che devono svolgere le forze politiche e sindacali che rappresentano i più deboli e chi vive del proprio lavoro, e su come questo ruolo va agito.
Perché oggi, 29 aprile 2024?
Perché da oggi è in libreria il saggio che dà il titolo al blog e al quale la comunità che anima queste pagine si ispira eleggendolo a manifesto politico e programmatico.
Contrastare il neoliberismo ed abbattere il modello politico, economico e sociale che ha imposto è ciò che ci proponiamo. Per realizzare un nuovo modello, più giusto, equilibrato, fondato sull'uguaglianza e sull'equità, dove il lavoro conta più del capitale: il NEOLABURISMO!Lascio alle pagine del saggio, disponibile qui, tutti gli approfondimenti:
E questo blog, spazio di libertà, di partecipazione e di uguaglianza sarà la vetrina attraverso la quale esporre le nostre idee.
Ho da poco terminato di leggere il saggio di Tommaso che ho trovato lucido nella analisi e pungente negli attacchi suggeriti: ben si intuisce la conoscenza profonda derivante dall'esperienza diretta.
RispondiEliminaUna lettura che consiglio a tutti per la consapevolezza del momento attuale e le necessità che ci attendono.
Benvenuto anche al Blog!
Corrado
"Riscoprire il conflitto" non è solo un libro: è un grido necessario in un tempo che ci vorrebbe muti. Tommaso Vigliotti ci mette davanti a una verità che fa male ma che dobbiamo ascoltare: "Il conflitto non è la fine della civiltà, è l'inizio della dignità."
EliminaPagina dopo pagina, smaschera l’illusione di una società pacificata dal neoliberismo, dove la politica è diventata amministrazione del disastro e il lavoro ha perso ogni centralità. Leggere questo libro è come risvegliarsi da un sonno forzato: "Accettare senza lottare significa svendere il futuro."
Vigliotti non si limita a denunciare: chiama all’azione. Propone un nuovo orizzonte, quello di un neolaburismo capace di rimettere al centro la persona, la giustizia sociale, il diritto al conflitto come motore di trasformazione. "Senza conflitto non c'è progresso, senza dissenso non c'è libertà."
"Riscoprire il conflitto" è un manifesto per chi non vuole più chinare la testa. È un invito a tornare a lottare, a credere che la politica possa essere ancora lo strumento per cambiare il mondo, non per amministrare l'inevitabile.
Questo libro non si legge soltanto: si sente. E dopo averlo chiuso, non si può più restare fermi.
La letteratura di oggi, nel nostro paese, parla di lavoro molto poco, spesso solo tangenzialmente rispetto ad altri temi. Questo saggio nasce dal bisogno fortemente sentito dall'autore di uscire dall'emergenza di fenomeni generali che indeboliscono il paese e la popolazione quali: lavoro nero,disoccupazione, precarietà, morti bianche, diritti calpestati.
RispondiEliminaUn saggio dotato di una grande vocazione sociale.
"Riscoprire il conflitto" ci indica una strada possibile da percorrere per uscire dalla trappola del neoliberismo ...Quasi un manifesto politico che ci induce, come uomini e donne di sinistra, ad un importante percorso introspettivo, che non può concludersi se non attraverso la riscoperta dei valori fondanti della sinistra, valori oramai assopiti da decenni di politica del contenimento del danno, fatta di accordi sindacali di difesa e troppo poco rivendicativi e di riforme filo capitalistiche.
Che dire....Alla lotta✊
Stefania