
Semplificando, posso dire di aver imparato che le persone si dividono in due grandi categorie: coloro i quali fanno ciò che è giusto e quelli che invece fanno ciò che gli conviene. Poi, in mezzo, nascosti tra mille sfumature, ci sono quelli che fanno ciò che è "opportuno". Ma opportuno per chi? Dietro la maschera della finta via di mezzo, in realtà, nascondono le scelte più opportunistiche ed utilitaristiche.
Attaccamento alla maglia o alla bandiera non significano nulla se non realizzano un attaccamento a determinati valori. E se quella maglia e quella bandiera tradiscono i tuoi valori di riferimento e cambiano i propri capisaldi etici, ideali e politici, in modo tacito e senza alcun confronto o dibattito, l'unica soluzione è prenderne atto e scegliere tra maglia/bandiera o i tuoi valori. Io non ho alcun dubbio e scelgo i valori.
A volte la continuità è nel cambiamento: per restare fedeli ai propri valori e per continuare le proprie battaglie, bisogna cambiare “squadra” e l'unica scelta possibile è quella che incarna al meglio i tuoi valori e ti consente di proseguire le tue battaglie. Altrimenti saresti snaturato, pur apparentemente restando “coerentemente” in una squadra, nella quale non ti ci riconosci più, che non condivide e non interpreta più i tuoi stessi principi.
Non intendo assistere alla morte dell’organizzazione per la quale ho dato l’anima e tutto me stesso per lunghi anni (e con me, molti altri che condividono questa analisi e questo percorso). Che ora mi respinge come un corpo estraneo con pretesti e forzature (che verranno perseguiti in tutte le sedi affinché la verità emerga e perché la giustizia deve sempre fare il suo corso).
Chi rinuncia ad una buona parte di dignità nella convinzione che sia l'unico modo per restare in vita (su concessione altrui) in realtà non si rende conto di essere già intimamente morto.
L’attività sindacale o si fa a testa alta oppure non è sindacato: è altro. E a me ed alle tante e validissime persone che la pensano come me, questo “altro” non interessa.
Un'organizzazione che prova vergogna dei propri successi, che non ha mai esultato per tutte le vittorie, politiche e giudiziarie, che abbiamo conseguito in BNL e nel Gruppo, che si preoccupa sempre e solo di seguire la scia e vive gli artefici di quei successi come un elemento di disturbo, perché ritiene che “non bisogna disturbare il manovratore”, non bisogna opporsi al potere anche se questo è arrogante e calpesta i diritti di chi rappresentiamo, che ripudia il conflitto “a prescindere”, anche quando questo è inevitabile perché altrimenti resta solo la definitiva soccombenza, non ci merita.
- più tutele per le lavoratrici ed i lavoratori;
- precedenti, politici e giurisprudenziali, cui tutti potranno ispirarsi e di cui le aziende dovranno tener conto;
- irritazione, fastidio, nervosismo in chi si è visto rovinare i propri piani a discapito dei lavoratori;
- invidia e scomposte reazioni da parte di chi, attorno a noi, a tutti i livelli, non è in grado di replicare quanto facciamo e si converte ai dogmi della controparte e ai (dis)valori più distanti dai nostri, senza peraltro ammetterlo né dichiararlo;
Intendiamo continuare ad aiutare chi ha più bisogno senza abbandonare chi ci ha dato fiducia finora.
E siamo convinti che questo lo potremo fare in CGIL e in FISAC, cui ci apprestiamo ad aderire.
Con me ci sarà un importante gruppo di persone, amiche ed amici, compagne e compagni di mille battaglie, che rappresentano le energie più brillanti che ho incontrato durante l'esperienza di questi anni, e con cui siamo cresciuti.
Non ci fermeranno le calunnie, le minacce, le macchine del fango, le campagne di una pseudostampa di pennivendoli al soldo dei potenti né quelle diffamatorie che si nascondono sotto l'anonimato. E ai leoni da tastiera che imperversano sui social, animati solo dalla insopportabile consapevolezza della propria piccolezza e dalla propria frustrazione, diciamo che non condizioneranno la nostra azione né distoglieranno un istante del nostro tempo, un pizzico delle nostre energie, dal fare bene il nostro mestiere, rappresentare a testa alta le lavoratrici e i lavoratori, con ferma determinazione, senza cedimenti né compromessi.
La credibilità la si costruisce giorno dopo giorno, con le azioni che devono essere coerenti con le parole e col pensiero: la mia e la nostra credibilità, anche da questo punto di vista, sono altissime e granitiche.
Perché noi siamo davvero convinti che se la vita non è degna, la dignità è lottare per cambiarla e che una vita (sindacale e politica) senza dignità non è una vita che valga la pena di essere vissuta.
Una nuova avventura ci aspetta, con nuove compagne e nuovi compagni di lotta con cui vogliamo scrivere nuove pagine di storia: noi daremo sempre tutto e di più!
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Sottoscrivono:
Andrea, Corrado, Francesca, Lorenzo, Luca B., Luca S., Milena, Paolo, Serena
e tanti altri seguiranno
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