Tra gli obiettivi da raggiungere per la parità di genere c’è quello del togliere alla donna il ruolo di “moglie di” e darle finalmente corpo e anima a prescindere. Non parlo, anzi non scrivo per puro piacere, ma perché per l’ennesima volta, svuotando di contenuto tutto il resto, sono stata appellata in questo modo. Da una donna.
I ruoli tradizionali e gli stereotipi "moglie di" e "mamma di" riflettono la storia e la cultura di molte società, dove le donne sono spesso viste principalmente attraverso il loro legame con gli uomini e attraverso il loro ruolo nella famiglia. Da qui tutto ciò che ne discende in termini di impatti sulla carriera e indipendenza economica. Per questo è importante parlare di politiche di conciliazione di tempi vita e lavoro, ed è necessario farlo su più fronti: nelle grandi aziende inserendo ad esempio il lavoro flessibile o concedendo opportunità di carriera a tutte e a tutti, nella società supportando il congedo parentale per entrambi i genitori o affrontando la questione della carenza di asili nido soprattutto nelle grandi città, in ultimo potenziando le strutture dedicate alla terza età o alla disabilità poiché anche questo ricade sul lavoro non retribuito della donna.
La parità di genere è un concetto che implica uguaglianza di trattamento tra uomini e donne in tutte le sfere della vita, compresi il lavoro, l'istruzione, la politica e banalmente la casa. Nonostante i progressi significativi negli ultimi decenni, la parità di genere rimane una sfida globale. Le donne continuano a essere sottorappresentate nei ruoli di leadership, a guadagnare meno degli uomini per lavori equivalenti e a svolgere la maggior parte del lavoro di cura non retribuito.
Educare alla consapevolezza dell’uguaglianza, promuovendo la parità di genere fin da bambini e sensibilizzare sulle responsabilità condivise all’interno della famiglia, potrebbe aiutare, a tendere, a eliminare quel fastidioso cliché che vede la donna solo come moglie di.
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