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CESSATE IL FUOCO!

Immagine tratta da www.freepik.com

A Gaza si muore in qualsiasi modo, sotto le macerie, per la fame, di malattie. Ognuno di questi modi di morire è ingiusto e colpevole, ma perdonatemi se in questo momento mi soffermo su una morte atroce che non mi fa dormire la notte: le donne a Gaza stanno partorendo con parto cesareo senza anestesia. Io ci sono passata, tantissime di noi ci sono passate, mi chiedo come si possa sopportare tanto. Come si possa rimanere vive dopo un’atrocità simile.

Per carità, non è di certo l’unica cosa immonda che sta avvenendo nella Striscia, anzi so bene che di giusto a Gaza non c’è rimasto nulla: non voglio immaginare come si possa sopravvivere a un figlio, come si possa perdere la casa e la vita in un secondo e decine di altre ingiustizie simili. A questo proposito non capisco come si possa concedere un prestigioso premio fotografico a una mamma che tiene in braccio il figlio morto avvolto in una busta di plastica. Non ci vedo nessun merito, anzi mi fa orrore soffermarmi a guardare quella scena, e non riesco neanche a vederci la Pietà di Michelangelo versione Gaza 2.0.

Ma torniamo alle operazioni senza anestesia, agli ospedali svuotati e pieni di morte, ai bombardamenti continui, al genocidio di un intero popolo, alla mancanza di acqua e cibo: quanto ancora deve durare tutto questo?

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